domenica 26 gennaio 2020

Primo incontro formativo

Durante questi primi mesi del 2020, la nostra compagnia sarà impegnata in un corso di formazione teatrale!
Circa quindici giorni fa c'è stato il primo incontro ... Ecco il libero pensiero da parte di uno di noi su quanto fatto durante la serata.

Conosci te stesso 
se vuoi interpretare un altro

1° incontro corso di formazione
Insegnante: Mr/Mrs X
Sottotitolo: Giochiamo! Resoconto bilingue
Primo gioco: Indovina chi...è il docente! “Ma chi è? Dov'è? Cavolo, è in ritardo!”
No, l'insegnante era fra noi (per fortuna ci siamo contenuti nelle esclamazioni!), una di noi, Claudia, ed aveva il compito di farci “giocare”.
Ad occhi chiusi, a coppie, siamo stati condotti in percorsi più o meno accidentati (direttamente proporzionali alla follia del conducente! - Ste...ecco... anca manco!) mediante il contatto delle mani o la voce (Marco!! ma cossa ùrlito così che te distrai tutti?!).
Abbiamo osservato, o lo siamo stati, per cogliere un minimo movimento fisico e ripeterlo; per carpire negli altri la modalità di manifestare determinate emozioni, poi cercare di emularne l'atteggiamento per fare in modo che il primo attore riuscisse a “riconoscersi”nella ripetizione (fatico a scriverlo, immaginate a farlo); per capire chi, fra noi, fosse la regina in incognito, solo camminando normalmente in silenzio.
N.B. Personalmente nutro seri dubbi sulla effettiva scoperta della regina (Cri, non ghe credo!): sospetto pizzini, brogli e/o tangenti!!!
Fiducia e osservazione, tutti in duplice chiave: verso gli altri e verso se stessi.
Gioco come incontro e ritrovo dopo tempo in cui siamo in gruppi separati. Un momento di accoglienza “leggero” e ludico anche per chi è appena entrato in compagnia.
PS: New entry ben inserite e sufficientemente dotate di fegato da farsi rivedere successivamente alla serata: benvenuti in questo gruppo di squilibrati speciali!
Il gioco come momento di divertimento; come  elemento di contatto  con gli altri (fisico e non solo) ma anche, e soprattutto, con se stessi (si sale sul palco con se stessi e con la compagnia). Il gioco come veicolo primordiale di apprendimento, un viaggio a ritroso nel tempo all'interno di ognuno, per ritrovare la spontaneità originaria, l'io bambino.
Cosa abbiamo “imparato”?
Non mi dilungo su considerazioni serie e/o profonde, ognuno faccia i conti con se stesso! Di certo è emerso che lasciare una ventina di “attori in prima linea”, in una stanza chiusa, a sbizzarrirsi creativamente nel “gioco della sedia”, può essere molto ma molto pericoloso!

Grazie a tutti e grazie Claudia!















Nessun commento:

Posta un commento