Circa quindici giorni fa c'è stato il primo incontro ... Ecco il libero pensiero da parte di uno di noi su quanto fatto durante la serata.
Conosci te stesso
se vuoi interpretare un altro
No, l'insegnante era fra noi (per fortuna ci siamo contenuti
nelle esclamazioni!), una di noi, Claudia, ed aveva il compito di farci
“giocare”.
Ad occhi chiusi, a coppie, siamo stati condotti in percorsi
più o meno accidentati (direttamente proporzionali alla follia del conducente!
- Ste...ecco... anca manco!) mediante il contatto delle mani o la voce (Marco!!
ma cossa ùrlito così che te distrai tutti?!).
Abbiamo osservato, o lo siamo stati, per cogliere un minimo
movimento fisico e ripeterlo; per carpire negli altri la modalità di
manifestare determinate emozioni, poi cercare di emularne l'atteggiamento per
fare in modo che il primo attore riuscisse a “riconoscersi”nella ripetizione
(fatico a scriverlo, immaginate a farlo); per capire chi, fra noi, fosse la
regina in incognito, solo camminando normalmente in silenzio.
N.B. Personalmente nutro seri dubbi sulla effettiva scoperta
della regina (Cri, non ghe credo!): sospetto pizzini, brogli e/o tangenti!!!
Fiducia e osservazione, tutti in duplice chiave: verso gli
altri e verso se stessi.
Gioco come incontro e ritrovo dopo tempo in cui siamo in
gruppi separati. Un momento di accoglienza “leggero” e ludico anche per chi è
appena entrato in compagnia.PS: New entry ben inserite e sufficientemente dotate di fegato da farsi rivedere successivamente alla serata: benvenuti in questo gruppo di squilibrati speciali!
Il gioco come momento di divertimento; come elemento di contatto con gli altri (fisico e non solo) ma anche, e soprattutto, con se stessi (si sale sul palco con se stessi e con la compagnia). Il gioco come veicolo primordiale di apprendimento, un viaggio a ritroso nel tempo all'interno di ognuno, per ritrovare la spontaneità originaria, l'io bambino.
Cosa abbiamo “imparato”?
Non mi dilungo su considerazioni serie e/o profonde, ognuno
faccia i conti con se stesso! Di certo è emerso che lasciare una ventina di
“attori in prima linea”, in una stanza chiusa, a sbizzarrirsi creativamente nel
“gioco della sedia”, può essere molto ma molto pericoloso!Grazie a tutti e grazie Claudia!
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