Questa volta, ecco tre domande (più una finale che è un capolavoro) rivolte alla grande Rossella Falk, attrice considerata l'ultima grande diva del teatro italiano che sarà ricordata per la classe, l'eleganza e la signorilità delle sue interpretazioni. Lei stessa si definiva scherzosamente così: "passerò alla storia come una bella signora che faceva l'indossatrice e che ogni tanto si dilettava a recitare".
Prediletta da Fellini e Visconti, recitò in tutto il mondo e negli ultimi anni lavorò anche come impresaria in produzioni che ancor oggi rimangono nella storia del teatro non solo italiano.
Cominciamo con il parlare del suo rapporto con il teatro. Come le definirebbe?
All'insegna del rischio e della gioia di fare.
Prima mi interessavano i personaggi, poi i progetti e infine l'intera operazione cioè come scegliere il testo, tradurlo se necessario, scegliere gli attori, valutare la scenografia eccetera. Senza questa immersione totale non mi divertivo e così ho scoperto anche autori nuovi che ho amato proporre. Anche perché non volevo morire di soli classici.
Perché nominandola si dice: un'attrice di class ma snob?
Si è creata ahimè un'immagine indelebile. Fin dai primi momenti della mia carriera, forse per i ruoli che feci appunto all'inizio, mi sentivo guardata in un certo modo, quasi con soggezione. Mi vedevano alta, regale, con portamento naturale che sembrava mettere in riga la gente. Entravo in scena, o in una stanza, e mi rimiravano come la Madonna.
Tutto ciò mi faceva sorridere. Poi ho cominciato a divertirmi senza farlo vedere.
Ma tutto ciò fu anche il mio cruccio. Essere alta un metro e settantasei, che ai miei tempi era davvero molto, mi ha impedito di interpretare certi ruoli come Ofelia o Giulietta, insomma quelle fanciulle vulnerabili e palpitanti. Fui sempre chiamata ad impersonare donne di carattere, inavvicinabili. Ma io non sono così.
Si ritiene una gran attrice?
Per fare teatro e interpretare certi ruoli serve carisma, un certo fascino e un fisico da star. Tutto ciò almeno io ce l'ho avuto.
Poi non so se sono stata anche brava!
Quando andava a teatro era per fare anche un'uscita mondana?
Ma lei sa cosa significa recitare? Fatica, fatica e ancora fatica!
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